Oggi si celebra la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza sponsorizzata dall'UNESCO e dalle Nazioni Unite, in collaborazione con le diverse istituzioni, per promuovere il ruolo delle donne e delle ragazze negli ambiti scientifici.
Oggi vi mostriamo alcuni volti e storie di geologhe di Geopavia. Lo scopo è invitare le ragazze a fare Scienza e riscoprire il ruolo fondamentale che le donne e le ragazze svolgono nella ricerca e nello sviluppo tecnologico
Miriam
Cobianchi, Professore Associato di Paleontologia e Paleoecologia e
Micropaleontologa esperta di nannofossili calcarei
Mi
sono laureata con lode in Scienze Geologiche (1986) e ho conseguito il titolo
di Dottore di Ricerca in Scienze della Terra (1989) agli albori di questa
istituzione in Italia. Questa fase di
formazione, vissuta in un contesto nazionale anche grazie all’esistenza di
gruppi di ricerca informali su tematiche ben definite, mi ha permesso di
acquisire una elevata competenza nel campo dei microfossili (soprattutto nannofossili
calcarei), di effettuare numerose esperienze di lavoro sul terreno e di
intraprendere una ricerca originale riguardante i nannofossili calcarei del
Giurassico di successioni tetidee, affrontata da pochissimi sino ad allora. Quindi
nella più piena autonomia sia scientifica che di azione sono entrata nel mondo
della ricerca italiana e internazionale. In Italia la Micropaleontologia allora
era “donna”. Numerosi erano i nomi eccellenti di ricercatrici che avevano fatto
la storia della disciplina nella seconda metà del novecento. Quindi, ad onore
del vero, non ebbi alcun problema di genere sia nell’ambito del dipartimento di
afferenza che in ambito nazionale. In
ambito internazionale, ai convegni dell’International Nannoplankton Association
dove, fedeli alla tradizione italiana, ci presentavamo numerose, gli stranieri accoglievano
con simpatia e stima questo contingente italiano di giovani ricercatrici
promettenti.
A fine anni novanta, mi sono dedicata a ricostruire il settore attraverso la formazione e il
reclutamento di giovani ricercatrici, costituendo un gruppo di ricerca, tutto
al femminile, con il quale intraprendere ricerche su temi di grande attualità,
quali lo studio del paleoclima.
In
questi anni ho svolto inoltre un’intensa attività gestionale nel Dipartimento,
sia nel Consiglio Didattico che nel collegio dei docenti del Dottorato in
Scienze della Terra e dell’Ambiente sino ad assumere la funzione di vice
coordinatore. Attualmente rivesto il ruolo di Presidente del Consiglio
Didattico di Scienze Geologiche (L-34) e Scienze Geologiche Applicate (LM-74).
Elisa Sacchi, professore associato in Geochimica
La scelta di diventare
scienziata non è stata una scelta. Sono figlia di due professori universitari.
Mia madre, laureata in fisica, lavorava in un dipartimento di ingegneri tutto
maschile. Dopo la separazione ha fatto crescere me e mio fratello da sola, dividendosi
ogni giorno tra lavoro e famiglia. Non ci siamo mai sentiti trascurati, anche
se ci divertivamo meschinamente a fargliela pesare. Spesso dimenticava l’ora o
il pranzo, ci lasciava ad aspettarla seduti sulle scale, sgattaiolava in
laboratorio la domenica a “fare una misura”. Con un esempio così…
Non ho mai pensato di
“realizzare qualcosa” ma ho sempre seguito i miei interessi e le mie passioni.
Di fatto, purtroppo, ho abbandonato la ricerca vera quando sono rientrata in
Italia dall'estero. Me ne pento dal punto di vista lavorativo, ma non da quello
umano. E’ stata una scelta consapevole. Dopo numerosi anni di specializzazione
post-laurea e precariato ho vinto un posto da ricercatore a Pavia, un raro caso
di concorso senza vincitore designato. Un colpo di fortuna (e nella vita serve
anche quella!).
I miei “successi” arrivano
senza che me accorga e li noto solo quando, dovendo fare qualche relazione
sulla mia attività, mi dico: “ah, però…”. Sarebbe molto più motivante se li
vedessi tutti i giorni, invece evidentemente sono troppo impegnata a fare
altro.
I rimpianti non sono
molti: non avere un laboratorio, aver dovuto scegliere tra qualità della vita (=vivere
in Italia) e all'attività di ricerca (=stare all'estero), ma soprattutto non
staccare mai. Quanto invidio le mie amiche che, timbrato il cartellino, si
godono le serate ed il fine settimana! Spesso accusano noi universitari di non avere
nessun controllo sull'orario di lavoro. L’avessimo solo! Forse a quel punto non
ci sentiremmo in dovere di lavorare al di fuori di quello. Quello che mi pesa
in assoluto più di tutto è rendermi conto, mentre faccio una cosa qualunque, lavorativa
o non, di pensare (con senso di colpa) che dovrei farne molte altre, tutte
altrettanto importanti.
Alle giovani ricercatrici
vorrei dire:
- prendetevi il vostro tempo per fare le cose che vi piacciono al di fuori del lavoro, non lavorate non-stop tutti i fine settimana. Adesso vi sembra bello farlo e non vi pesa, perché siete appassionate del vostro lavoro, ma non vi rendete conto che state sprecando tempo giovane e prezioso;
- se volete avere dei figli fatelo presto e non aspettate di avere un posto fisso, altrimenti non lo farete mai. Non cedete alla pressione sociale che una donna con figli non farà carriera, perché comunque, anche non facendoli, non farà carriera lo stesso (e sarà peggio);
- sappiate dire di no e non prendervi un impegno, anche se interessante, se pensate che non riuscireste a svolgerlo come vorreste.
Chiara Amadori, assegnista in Sedimentologia
Animo curiosAnarchico, figlia unica, padre militare, donna... praticamente combatto gli stereotipi di genere sin dalla nascita. Nella vita volevo una cosa sola, anzi due, essere indipendente e studiare. Mi volevano avvocato, sono uscita Geologa. Dopo la laurea a Roma, a Pavia ho conseguito il dottorato, vinto un premio, ed oggi sono un’assegnista. Fare ricerca e insegnare sono le cose che più mi rendono felice al mondo, anche se i momenti di difficoltà sono tanti. Nel tempo infatti, ho imparato che la ricerca - come la vita - non è un percorso lineare ma pieno di curve e salti, in cui – come nella vita – corri da sola (ma libera).
Stefania Corvò, dottoranda in Petrografia
Stefania Corvò,
laureata magistrale con tesi premiata in Geologia e attualmente dottoranda
presso l’Unipv. Presa la laurea triennale all’Univ. di Genova, città natale,
ho deciso di cambiare e venire a Pavia. Sono sempre stata affascinata e
incuriosita dal comprenderei processi di formazione della Terra, ma soprattutto
da quanto se ne possa capire soltanto partendo dall'osservazione di rocce e minerali
al microscopio! Il mio dottorato prevede in particolare attività di
laboratorio, quindi tanta manualità e intuito, ma anche lavoro sul campo e
campionamento rocce, durante la quale mi piace dimostrare che anche noi donne
possiamo essere pratiche e forzute!
Robertà Bonì, assegnista in Geologia Applicata
Nata nella terra isolana
dal vulcano attivo più alto d’Europa e dottorato di ricerca conseguito a Pavia.
Oggi grazie ad un assegno di ricerca premiale mi occupo dello studio di
fenomeni di subsidenza osservati da satellite in numerose aree costiere, e non,
di tutto il mondo. Casualità (forse), la mia tesina di maturità riguardava proprio
“le donne nella scienza”. Leggendo le loro storie ho appreso come inseguire con
determinazione il proprio sogno, come la ricerca, non rappresenta la vittoria
di un singolo, ma possa essere una fonte d’ispirazione per raggiungere uguali
diritti per le generazioni future.
Roberta Guastella, dottoranda in Micropaleontologia
Federica Ghione, sismologa
Sono nata ad Acqui Terme (AL) nel 1995.
Dopo aver conseguito la laurea triennale in Scienze Geologiche con una tesi
sulla geomorfologia fluviale e nello specifico sull’evento alluvionale del
1994, ho conseguito la laurea magistrale in Scienze Geologiche Applicate nel
luglio 2018 presso l’Universita’ degli Studi di Pavia. La tesi di laurea magistrale
e’ stata sviluppata grazie ad un programma Erasmus Traineeship presso NORSAR
(Kjeller, Norvegia) di durata di 3 mesi (febbraio-aprile 2018) con uno studio
di pericolosita’ sismica del Nord-Est dell’India e del Bhutan.
Durante la mia carriera universitaria, ho svolto lavori part-time presso il
Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente: mi sono occupata di
sistemare e catalogare la collezione paleontologica presente presso il museo di
paleontologia e mineralogia del dipartimento, tutor (durante il mio ultimo anno
della magistrale) del corso accademico in Micropaleontologia Applicata ed
infine responsabile per l’organizzazione di conferenze ed eventi a scopo
divulgativo a cura del Piano Nazionale Lauree Scientifiche.
Da novembre 2018 sono abilitata alla professione di Geologo con superamento
dell’esame di stato presso l’Università di Pavia.
Da gennaio 2019 lavoro presso NORSAR (in Norvegia) come Sismologa con una posizione
permanente, principalmente occupandomi di pericolosità e rischio sismico.
NORSAR è una fondazione di ricerca indipendente riconosciuta a livello
internazionale nel campo delle geoscienze. Le competenze chiave sono la
sismologia e la geofisica applicata e lo sviluppo di software correlati.
Se ripenso al mio percorso di studi, non e’ stato facile: seguire le
lezioni, l’ansia e la tensione per gli esami, le escursioni, le esercitazioni
ecc.. Ma rifarei tutto dall’inizio! E’ stato sicuramente uno dei momenti più belli della mia vita che mi hanno fatto conoscere persone meravigliose e mi
hanno aiutato a coltivare l’amore per la geologia. La mia migliore
soddisfazione e’ il fatto di lavorare in una realtà internazionale (come ho
sempre sognato fin da quando ero una bambina), di fare un lavoro che amo e che
mi da molte soddisfazioni e possibilità di viaggiare ed infine vivere in un
nuovo paese che non avrei mai pensato potesse regalarmi tanto.