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martedì 11 settembre 2018

Risultati delle IODP exp 367/368 su Nature Geoscience

Sin da quando Alfred Wegener ipotizzò la deriva dei continenti nel 1915, comprendere il processo di rottura dei continenti e la formazione degli oceani è rimasta una sfida per le Scienze della Terra.
La classica teoria della Tettonica delle Placche prevede la rottura delle placche continentali come risposta alla risalita termica dall’astenosfera, seguita dalla formazione di nuova crosta oceanica correlata alla rapida ed intensa attività vulcanica. Tuttavia, questa teoria fu contraddetta negli anni ‘90 da studi dei margini continentali nord atlantici, dove non si riscontrava la presenza di intenso vulcanismo durante l’apertura dell’oceano, ma di una lunga estensione meccanica della crosta durata decine di milioni di anni prima che nuova crosta oceanica si formasse. Da quel momento i processi di apertura di nuovi oceani sono stati classificati secondo queste due tipologie molto differenti tra di loro.


Per verificare che la rottura delle placche continentali e la formazione di nuovi oceani possa avvenire anche con meccanismi diversi, il consorzio IODP (International Ocean Discovery Program) ha condotto una missione scientifica di 4 mesi (Exp 367/368) nel Mar Cinese Meridionale, considerato un peculiare caso di rottura avvenuta velocemente ma in assenza di forte vulcanismo. 

La nave di ricerca JOIDES Resolution ha perforato e campionato il fondo oceanico, spingendosi ad oltre 1600 m di profondità al di sotto di fondali profondi sino a 4000 m. Le analisi condotte durante le perforazioni e sugli oltre 2.5 km di materiale campionato, hanno permesso ai 68 Scienziati provenienti da 13 diversi Paesi che si sono avvicendati a bordo, di riconoscere come l’evoluzione del Mar Cinese Meridionale rappresenti di fatto l’anello mancante tra le diverse tipologie di rottura proposte dalla Tettonica delle Placche. In tale Oceano, infatti, il processo di rottura è avvenuto con un moderato vulcanismo, ma è stato istantaneamente seguito dalla formazione di nuova crosta oceanica spessa sino a 5-6 km.
Tale importante risultato è stato recentemente pubblicato dalla rivista Nature Geoscience a nome di tutti i partecipanti della missione. 

La missione ha visto la partecipazione di tre scienziati italiani: Claudia Lupi del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia, Jacopo Boaga dell’Università di Padova e Sara Satolli dell’Università di Chieti e la scoperta aggiunge un ulteriore tassello alla comprensione della Teoria della Tettonica delle Placche e apre la strada ad altri lavori scientifici sui materiali raccolti durante le spedizioni. Sono, infatti, ora in fase di studio più di 36mila campioni di sedimenti e rocce carotate durante la missione. 

Di questi, 1200 sono presso il laboratorio della dott.ssa Lupi a supporto dello studio della Storia Climatica di questa area geografica, un altro interessante goal delle spedizioni IODP 367/368.